A.I. Artisanal Intelligence | Friù Allagiulia
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Friù Allagiulia

Friù Allagiulia

 

Friulane, furlane, papusse, scarpet. Hanno come antenate antiche calzature venete di disegno orientaleggiante, in tempi lontani utilizzate dai gondolieri perché non rovinavano la vernice dell’imbarcazione, dai lavoratori nei forni dove si faceva il vetro, dai servi nelle locande e dagli anziani. Erano fatte a mano, in corda e velluto nero. Poi arrivò la seconda guerra mondiale e le parsimoniose donne friulane le trasformarono in vere e proprie scarpe di fortuna, per sostituire le irraggiungibili scarpe in cuoio. I più svariati i materiali di scarto utilizzati: vecchi pneumatici di bicicletta usati per fare la suola impermeabile; sacchi di juta per l’imbottitura della suola; stoffe e stracci, provenienti da vecchi vestiti o procurati in modo fortuito, per le tomaie. Ceste di vimini in spalla, le donne friulane iniziarono a diffondere le loro calzature nelle Venezie. Proprio a Venezia ottennero gran successo, soprattutto fra gli stessi gondolieri che ne apprezzarono la suola antiscivolo. Oggi tornano alla ribalta come oggetto di moda, il must have dell’estate, da Roma a New York, passando per Venezia grazie alla creatività di Giulia Campeol, di sangue veneto ma di cuore romano, laureata in Scienze della Moda e del Costume. Allagiulia il suo brand, un modo tutto personale di interpretare la realtà e la tradizione: per le friù, nome d’arte delle sue furlane, non solo velluto ma bandane, canovacci, foulard e tante altre stoffe frutto di ricerca e personalità. Giulia ricerca il passato nell’armadio delle nonne e nei mercatini vintage, facendolo rivivere per una seconda volta come tomaia delle sue friù, un modo per restare attaccati alla propria terra e alla sua storia. Estive, fresche, colorate e soprattutto comode, non vi è alcun motivo per non possederne un paio.

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