Delphinarium: A Monographic Exhibition on Delfina Delettrez
Delfina Delettrez Fendi si racconta: dal 21 giugno al 10 settembre 2012 la Galleria Antonella Villanova a Firenze, ospita Delphinarium: A Monographic Exhibition on Delfina Delettrez, a cura di Emanuela Nobile Mino. Una visione d’insieme di questi suoi primi cinque anni di creazioni è raccontata non solo attraverso un numero selezionato di gioielli, iconici ed rappresentativi, ma anche tramite allestimenti pensati come estensione anatomica di ogni creazione. Una totale immersione nel modus operandi et vivendi di Delfina, che consente al pubblico di comprendere i suoi codici, di toccare le sue voglie, le sue passioni, le sue esperienze racchiuse in creature preziose. Un percorso davvero affascinante in cui si diviene osservatori, curiosi e attenti, di un’intimità: gli allestimenti si compenetrano con i gioielli, raccontando la storia e della personalità di Delfina, padrona di un mondo surreale, la cui chiave d’accesso è proprio il gioiello. Vivi, forti, azzardati, spesso folli seguono sempre una logica, riassumono ispirazioni, raccontano visioni. La trasformazione e il movimento, meccanico o naturale che sia, è la sua maggiore ispirazione; studia materiali e accostamenti nuovi, anche in contrasto tra loro, fa dell’artigianalità lo strumento per trasformare il grezzo in micro scultura. Attratta dall’artificiale, dal robotico, dall’inusuale, fonde in antitetiche combinazioni metalli preziosi con resina, marmo, ceramica di Capodimonte, legni esotici, perle barocche oversize, diamanti neri. Le opere scelte sono tratte dalle collezioni Metalphisic, Love is in the hair, Roll in stone, Anatomik, My world, oltre al pezzo unico Slow Emotion. Creato appositamente per la galleria, ispirato all’antico legame che unisce Roma a Firenze, è proposto in tiratura limitata con una prova d’artista e sei pezzi numerati. Fulcro costante della sua riflessione è il corpo che si confronta con realtà diverse, così avviene che parti anatomiche (occhi, bocche, dita) presenti nella collezione “Anatomik” – e abbinate in “Metalphysic” a porzioni di reperti archeologici, a capricci e a volute – si trasformino in icone ibride a se stanti, autosufficienti; o che campioni di DNA, come le ciocche di capelli sigillate nella resina nella collezione “Love is in the Hair”, assumano ludicamente l’aspetto di reliquie contemporanee. Ancora, gocce di rubino colino come sangue dai metalli preziosi dei gioielli inseriti nella catena di montaggio di “Roll-in-Stones”, mentre api, zanzare e mosche smaltate operano minacciose tra gli attraenti ingranaggi di bracciali a cerchi concentrici di memoria vitruviana e polsiere frangiate del macchinario umanizzato. Come in un piccolo musée des merveilles, eccellenza tecnica e raffinatezza estetica, cultura e suggestione, ironia e malinconia, visione e meraviglia si fondono in inaspettate combinazioni, intimamente pensate.
delfinadelettrez.com
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