1-4-9: l’Odissea di Giovanni Donadini
Arriva il momento in cui estro e creatività non bastano più: una vera mente creativa ha bisogno di riflettere, apprendere, sperimentare con rigore, prendere coscienza e non lasciare nulla al caso. Per Giovanni Donadini il momento è 1-4-9, una riflessione ed un intreccio di proporzioni che si sviluppa seguendo le strade del design e dell’artigianato. 1-4-9, i quadrati dei primi tre numeri naturali, le dimensioni del monolito nero di 2001: Odissea nello spazio, una porta verso “l’intelligenza artigianale”, di cui è difficile definirne l’origine e la natura ma che sicuramente condurrà il giovane designer trevigiano a sensibilità inesplorate. Fino ad ora lo abbiamo visto nelle vesti più disparate, da graphic designer a musicista, fondatore assieme a Nico Vascellari di Codalunga, un centro benessere di rara bellezza, anima di Canedicoda, esperimenti di serigrafia realizzati artigianalmente che si sono trasformati in lavoro e che A.I.Fair 2011 ha avuto l’onore di ospitare. Dopo una creatività frenetica che ha sfruttato ogni canale comunicativo per esprimersi, Giovanni ricerca la sintesi e l’evoluzione del prodotto. Lo fa con Nula, primo progetto di 1-4-9, sperimentazione asciutta e secca, come un film di Lynch, come la Trilogia della città di K., a cui dice di ispirarsi: come fosse dotato di bisturi con le sue mani esplora, disegna, taglia, cuce, segue la produzione passo dopo passo, un momento di crescita per lui. Da interpretare come un libro sul costume e sulla moda, anche se lontano da quei ritmi frenetici, perché Donadini vuole del tempo per raccontare la sua storia. Ogni collezione è un capitolo, le creazioni i personaggi, che si intrecciano nella trama della narrazione quasi a creare una Metamorfosi di Escher. Nel primo e secondo capitolo di Nula, come ogni buon narratore, Donadini introduce il lettore nello spazio della storia: così sedie e tappeti prendono vita da una ricerca di proporzioni. I protagonisti si muovono nei loro ambienti, un mondo astratto ma ragionato, giacche, pantaloni, mantelle popolano la sua storia. La sua terza collezione introduce un cappotto che muta con il corso degli avvenimenti, stravolto dalla narrazione diventa pezzo unico di tessuto pregiato. Lane grezze dalle forme geometriche, dei kimono costruiti con cuciture essenziali, come degli origami, pieghe a valle e a monte. Kaban e cappe avvolgenti si trasformano sul corpo di chi li indossa, accostando pesi e materiali diversi, dal jersey alla lana cotta. La fine di questa storia non la conosciamo, forse la possiede il solo Donadini, che, chissà, si stancherà di 1-4-9 e darà inizio ad un nuovo intreccio di idee. Lettori, avidi di arrivare alle ultime pagine del libro, leggiamo Nula, opera concettuale, singhiozzante, imprevedibile.
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