Maker Faire | Roma, capitale dell’innovazione
Dal 3 al 5 ottobre, l’Auditorium Parco della Musica ha ospitato la seconda edizione della Maker Faire.
Robot, droni e stampanti 3D, erano i protagonisti dell’edizione europea della fiera degli inventori e degli artigiani del futuro. Più di 70 mila metri quadrati, in cui gli innovatori provenienti da tutto il mondo hanno potuto presentare 600 invenzioni agli oltre 90 mila visitatori.
Tre giorni in cui anche giovani universitari hanno esposto le loro creazioni come la Living Factory dello IED, un modello produttivo che si basa sulla forza dell’immaginazione, sulla condivisione dei saperi e sulla produzione e distribuzione in rete. Uno spazio concepito per essere vivo, suddiviso in 4 aree non distinte: design artigiano, design digitale, design interattivo e smart & social design. Un grande tavolo da lavoro dove il design svolge un ruolo fondamentale in uno scenario che va dalla riscoperta della materia della manifattura artigiana, alla rete che fornisce opportunità di servizi e prodotti immateriali.
Nella sezione Artigiani Innovativi, curata da Stefano Micelli e Monica Scanu in collaborazione con CNA e Confartigianato, troviamo una selezione di circa 50 artigiani selezionati in base agli elementi di innovazione che caratterizzano il proprio lavoro, dal design alle tecnologie digitali nella produzione, dall’attenzione all’ambiente all’utilizzo di nuovi materiali. Tra gli artigiani troviamo Midorj che significa “verde” in giapponese, materiali di scarto di componenti elettronici racchiusi dentro a forme di resina creano bellissimi ciondoli, orecchini, spille e molto altro, richiamando il naturale processo degli insetti nell’ambra.
All’interno della fiera anche una mostra allestita dalla Fondazione Make in Italy per celebrare mezzo secolo di invenzioni.
Dal P101, il primo personal computer della storia, 1960, per arrivare ai giorni nostri, con le stampanti 3D e alla mano robotica progettata dagli scienziati del Sant’Anna di Pisa. Una mostra che attraversa l’evoluzione tecnologica e innovativa dell’Italia: 50 anni di storia, dal 1960 fino ad oggi. In esposizione ci sono le macchine da scrivere Lettera22, la Olivetti, il primo attrezzo da palestra della Technogym, e la tecnologia Arduino del 2000.
“Questo è il Make in Italy, l’erede diretto del Made in Italy. Penso che questa sia l’unica vera strada per il rilancio dell’Italia. Credo che il vero Jobs Act sia questo: dobbiamo creare lavoro attraverso l’innovazione, mettere le persone in condizione di correre” Riccardo Luna.
Sorry, the comment form is closed at this time.