A.I. Artisanal Intelligence | A.I. Gallery 2011
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A.I. Gallery 2011

A.I. Gallery è una parte fondamentale del progetto A.I. Artisanal Intelligence: è la componente live che permette al pubblico e agli addetti ai lavori di entrare in contatto diretto con la realtà sfaccettata dell’artigianato contemporaneo. Gli eventi  A.I. Gallery sono caratterizzati dalla scelta di luoghi insoliti e affascinanti: l’arte del fatto a mano è un filo rosso che guida i visitatori tra l’attualità delle creazioni presentate e la tradizione artigianale, risposta a quel desiderio di unicità e di esclusività dell’evo contemporaneo. Protagonisti della prima edizione di A.I. Gallery nel luglio 2010 sono stati gli studi e gli atelier degli artisti, che si sono aperti eccezionalmente al fashion design. Per la seconda edizione, che si è svolta nel luglio 2011, nell’ambito di Altaroma Altamoda, il percorso, curato da Alessio de’Navasques, si è articolato intorno alle gallerie d’arte dell’Associazione Artughet, che si concentrano nella zona del Ghetto. Cinque gallerie romane, Valentina Bonomo, Ermanno Tedeschi Gallery, Edieuropa, Pio Monti arte contemporanea e Opera Unica, hanno ospitato cinque giovani designer che hanno fatto dell’handmade la propria personale cifra stilistica. Ogni artigiano ha realizzato un’installazione site specific utilizzando i pezzi delle proprie collezioni, in un inedito dialogo con gli spazi che abitualmente accolgono opere d’arte contemporanea.

Allegra Hicks ha presentato Gruppo di caftani in un interno, negli spazi della galleria Valentina Bonomo Roma. La designer – famosa per le sue stampe e le sue stoffe – ha realizzato una collezione di dieci caftani, tutti interamente tessuti a mano. Abiti preziosi, che raccontano una storia, cucita attraverso motivi floreali e geometrie astratte: uno stile che unisce esotismo, contemporaneità e una ricca tradizione tessile.

Caterina Gatta ha presentato Pastpresent, negli spazi di Ermanno Tedeschi Gallery. Sei abiti monumentali confezionati interamente a mano utilizzando stoffe vintage provenienti dagli archivi dei maestri della moda italiana, da Sarli a Lancetti, Gattinoni, Versace, Galitzine. Un cortocircuito creativo, tra tradizione e futuro e un omaggio a Roma – che è la città natale di Caterina – e al mito della Hollywood sul Tevere, negli anni Cinquanta.

Francesca Liberatore ha presentato Punti di Stile negli spazi della galleria Edieuropa. Una collezione di capi dai colori forti, caratterizzati da texture contrastanti e  linee primitive. La lavorazioni jacquard, le applicazioni di Swarosky Elements non sono solo dettagli preziosi, ma particolari imprescindibili. Le fasce disegnano geometrie nette, s’intrecciano in morbidi nodi, evidenziando uno studio quasi scultoreo di forme e volumi, in continua progressione.

Barbara Brancaleoni per Bibijou ha presentato la collezione Uroboros negli spazi della galleria Edieuropa. Ritagli di pelle e metalli si dispongono in sequenza, creando sagome concavo‐convesse che evocano forme organiche e inglobano frammenti naturali, legni e pietre levigati e resi unici dall’usura del mare.  Gioielli scultura, ma anche oggetti di design che si adattano  al corpo e si modellano su di esso a seconda dell’uso che se ne vuole fare.

Livia Crispolti Tessuto a mano ha presentato Filo diretto 2011 nello spazio di Opera Unica. La designer ha proposto propone un’istallazione concepita come una tela di dieci metri tessuta a mano, frutto di un complesso gioco di intrecci, di trame e ordito. La quotidianità, i materiali (seta, lana, canapa, viscosa, rafia), i colori (caldi, freddi, violenti o delicati), i pieni e i vuoti diventano una scelta espressiva: il tessuto, per Livia, si è fatto racconto intimo, da guardare e toccare con mano

Jessica Harris (stilista), Elena Boni (designer) e Susi Belianska (fotografa) hanno presentato il progetto Sie.Obzone, negli spazi della Galleria Pio Monti Arte Contemporanea. Si è trattato di un vero e proprio progetto artistico, nato dall’intersezione tra moda, design e fotografia: un tableaux vivant dal sapore retrò, una cornice per presentare undici abiti, numerati e unici. Ogni pezzo è stato costruito seguendo le tecniche proprie dell’alta sartoria, giocando con il contrasto tra il raso e la lingerie in lattice indossata dalle modelle.

shooting fotografico di Susi Belianska

 

IL GHETTO

Situato nel cuore del centro storico, il Ghetto ebraico è il più antico in Italia, secondo solo al Ghetto di Venezia. Venne istituito nel 1555 per ordine di Papa Paolo VI, nell’area del Rione di Sant’Angelo, alle spalle del Teatro di Marcello. L’assetto attuale, lungo gli assi principali di Via del Portico d’Ottavia, Via Catalana e Via del Tempio, risale alla fine dell’Ottocento in età Post Unitaria, insieme con la costruzione della Sinagoga progettata unendo suggestioni Art Noveau a motivi ispirati all’arte assiro-babilonese. Quartiere caratteristico – un dedalo di vicoletti stretti tra piazza Mattei, piazza delle Cinque Scole e l’area archeologica a ridosso del Portico d’Ottavia – è diventato da pochi anni un vero e proprio art district, grazie all’attività della Galleria Valentina Bonomo, Ermanno Tedeschi, Edieuropa e Pio Monti, unite nell’associazione Artughet.

I DESIGNERS